
Princeton, Yale, Harvard, Columbia…tutti conosciamo l’importanza delle istituzioni universitarie americane, viste ed ammirate nei film portati al successo da Hollywood. Ben pochi sanno, però, che i suddetti atenei fanno parte di una vera e propria lega che raggruppa le università più d’elite ed antiche degli Stati Uniti. La Ivy League (o lega dell’alloro) fu fondata ufficialmente nel 1954 e le 8 università esclusive del nord-est Americano che ne facevano parte sono rimaste le stesse ancora oggi, ossia (in ordine alfabetico): Brown University (Providence, Rhode Island), Columbia University (New York City), Cornell University (Ithaca, NY), Dartmouth College (Hanover, New Hampshire), Harvard University (Cambridge, Massachusetts), University of Pennsylvania (Philadelphia, Pennsylvania), Princeton University (Princeton, NJ) e Yale University (New Haven, Connecticut).
E’ curioso notare che l’origine del termine League ha un significato sportivo e non accademico, infatti inizialmente la Ivy, o Ancient Eight, era una vera alleanza sportiva che si riferiva alle squadre delle 8 università, che ogni anno si sfidavano.
Successivamente divenne sinonimo dei college più selettivi ed autorevoli d’America, i quali ammettevano solamente figli dell’alta borghesia e membri di famiglie facoltose che frequentavano la stessa università da generazioni. Studiare in una delle Ivy League significava dunque far parte di una ristretta cerchia di studenti d’élite, i quali si trovavano la strada spianata per un futuro sicuro e brillante e, nel contempo, una posizione sociale privilegiata.
Non soltanto gli studenti più ambiziosi aspirano ad entrare in uno di questi college, ma anche le stesse università entrano in competizione tra loro per “accaparrarsi” gli studenti migliori.
Basti pensare che gli ultimi quattro presidenti americani sono tutti membri di questa “lega”: George H.W. Bush (Yale), Bill Clinton (Yale Law School), George W. Bush (Yale e Harvard Business School), e Barack Obama (Columbia e Harvard Law School).
Tuttavia, dalla metà degli anni ’60, grazie al movimento dei diritti per le donne e dei diritti civili, le scuole della Ivy League sono divenute più eterogenee ed internazionali rispetto al passato e attualmente hanno istituito dei criteri meno restrittivi per la selezione dei propri studenti, più orientati al merito piuttosto che all’estrazione sociale, sebbene ancora oggi questa giochi un ruolo importante per la scelta delle ammissioni.
Essere ammessi infatti non è facile: la percentuale è bassa e varia tra il 6 ed il 16%. Test di ammissione praticamente perfetti, carriera scolastica impeccabile e diversificata e, fattore fondamentale, dimostrare di avere una mente brillante, elastica e versatile. Una volta superato questo primo ostacolo il compito non diventa più semplice; bisogna essere in grado di trovare il giusto equilibrio tra le aspettative accademiche, lo sport (che gioca un ruolo fondamentale in istituzioni così antiche e competitive), attività extra-scolastiche e vita personale. Molti studenti non riescono a reggere il ritmo incalzante ed optano per soluzioni più attinenti alle loro esigenze.
Parlando di università americane non è possibile non accennare alle confraternite (o sorellanze, se i membri sono femminili), organizzazioni di persone concepite per lo sviluppo intellettuale, fisico e sociale dei suoi appartenenti. Sono infatti molto diffuse e ognuna di loro ha una propria “mission“, ossia lo scopo dell’organizzazione, suoi principi e regole che la guidano.
Far parte di una confraternita prestigiosa può dare ai suoi membri opportunità e privilegi durante la permanenza al college. Per questo entrarvi è una forte aspirazione di molti studenti che vogliono vivere appieno la loro vita al campus, avendo anche occasione di conoscere persone importanti e influenti.
La confraternita dà ai suoi membri supporto di vario tipo, dall’aiuto a trovare un lavoro estivo a consigli sui professori, gli esami, il divertimento. Al loro interno non è raro instaurare grandi amicizie che dureranno tutta la vita.
Quando si parla di confraternite studentesche americane, il primo pensiero va a società segrete come l’Ordine del Teschio e delle Ossa di Yale (The Order of Skull and Bones), fondato nel 1832, oggetto di molteplici teorie di cospirazione, inclusa quella dell’assassino del Presidente J.F. Kennedy. Annovera tra i suoi membri personaggi più o meno noti come giudici, giocatori di tennis, di football, uomini d’affari, senatori e anche l’ex Presidente degli Usa George W. Bush.
Guardando i film americani abbiamo imparato che si diventa membri delle confraternite studentesche solo dopo aver superato una fase d’iniziazione, che a volte consiste in vere e proprie “bravate”: sfide e comportamenti imbarazzanti o umilianti come per esempio mangiare cibi disgustosi, andare in giro nudi o con qualche scritta sul corpo, non poter dormire per 3 giorni di fila ecc… Questo tipo di iniziazioni sono abbastanza “innocue”. Purtroppo alcune volte succedono cose più pericolose e violente (catalogabili come “hazing”, che si può tradurre con il nostro “nonnismo” o “bullismo”) che fuori dall’Università sarebbero giudicate come torture, aggressioni sessuali e sequestri di persona e negli ultimi anni, hanno portato anche alla morte alcuni ragazzi.
Molti sono i film che parlano, in maniera più o meno leggera, della vita nei campus e delle confraternite.
Il più famoso rappresentante di questo filone è sicuramente L’attimo fuggente (Dead Poets Society) di Peter Weir, interpretato da Robin Williams, che veste i panni dell’iconico insegnante anticonformista John Keating. Seguono alcune pellicole di stampo simile, come Il club degli imperatori, storia del rapporto conflittuale tra un dotto insegnante (Kevin Kline) ed un suo incorreggibile allievo (Emile Hirsch) all’interno di un rinomato collegio americano e Mona Lisa Smile, con Julia Roberts intenta ad insegnare alle sue studentesse arte ed idee liberali, idee che cozzano, però, con i principi cardine della scuola in cui insegna. Da citare anche alcune pellicole più goliardiche come: Animal House, La rivincita dei nerds, Cinderella story ed il ciclo dei “college movies” come ad esempio American Pie.
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